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Insegnare, il mestiere più bello del mondo

Quando si parla di scuola, la Politica e le Istituzioni utilizzano sempre parole apprezzabili. Ma cosa significa in realtà?

Sicuramente è importante puntare e migliorare la tecnologia ma bisogna saperla gestire ed aggiornarla.

Fondamentale è cercare di non disperdere tutto quello che di buono ha prodotto la “vecchia scuola”. Prima dell’Inglese serve conoscere bene l’Italiano, prima dell’informatica serve conoscere la logica della filosofia e della matematica.

Le competenze trasversali possono essere tranquillamente acquisite, ma provengono comunque dalle competenze disciplinari.

Non dobbiamo scimmiottare altri sistemi didattici che nascono da altre culture ben diverse da noi. Dobbiamo sfruttare le potenzialità del nostro sistema culturale che, giusto per ricordarlo, ha dato le fondamenta alla cultura occidentale.

De Toma Laura & Catalano Italo

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Una società più inclusiva

Consultazione 11 PD. Per una società più inclusiva: Ius soli, sostenibilità, protezione dei vulnerabili

La sostenibilità deve diventare un valore radicale e non solo un proclama “di moda” che poi viene sistematicamente dimenticato per convenienze economiche, specie a livello periferico. La questione ambientale sta diventando un punto centrale di ogni politica. Ridurlo ad interlinea di una visione di un paese rivela miopia politica. E’ chiaramente dimostrato che lo sviluppo di nuove ed ecologiche attività porterà non soltanto benefici all’ambiente e quindi anche ai suoi abitanti, ma si rivelerà sempre più un settore in espansione capace di attirare investimenti tali da richiedere molte intelligenze e risorse umane, nonché garantire possibilità di sviluppo per le prossime decadi.

Il debito pubblico sta diventando un cane che si morde la coda: l’evasione  fiscale ha raggiunto livelli ormai fuori controllo. Gli aiuti a chi non ne ha diritto penalizzano principalmente proprio quelli che ne hanno bisogno, i più deboli, i più vulnerabili.  La coscienza civica del paese deve essere risvegliata attraverso la riscoperta della virtuosità di essere onesti. I comportamenti da furbo devono essere stigmatizzati e devono passare attraverso una vera e propria messa alla gogna. L’unico modo è di rendere non premiante l’essere furbi; quindi oltre al classico pezzodi carta di condanna e di una multa in denaro (magari non esigibile…) ci deve essere anche l’obbligo automatico di risarcire  in solido la collettività (es. lavori socialmente utili).

Assumere nuove risorse nella P.A. può solo che fare bene: l’età media (54 anni) è troppo vecchia per approcciare nella giusta ottica e governare le nuove tecnologie. Si rende però necessaria la riforma della burocrazia: un popolo di persone che sente la PA come un avversario e non una risorsa, che tenta di aggirare le regole ci ha imposto regole complicate per combattere le furbizie, ma questo ci si è ritorto contro rendendo ogni cosa complicata ed estremamente lunga, troppo.

Come per il punto precedente, una burocrazia più snella ma al tempo stesso pene immediate e più sicure per i trasgressori sono ormai indispensabili.

Ius soli: ottenere la cittadinanza garantisce diritti ma impone anche doveri.Essa deveavvenire attraverso un processo che assicuri che esso non sia soltanto strumentale ai propri interessi ma come patrimonio di condivisione di lingua e valori. Un paese come il nostro, di frontiera anche per l’Europa, è prossimo ad un continente da cui si prevede un’ampia migrazione nel prossimo futuro, processo che impone a livello comunitario un’azione di lungo respiro unitaria e coordinata. E’ un tema delicato che necessita ulteriore confronto per individuare le opportune modalità. Sicuramente non deve essere penalizzante per i giovani che nascono in Italia e frequentano le nostre scuole, e al tempo stesso deve essere premiante per chi rispetta le regole. Resta ovviamente ferma la possibilità di concedere la cittadinanza per coloro che danno lustro al paese e per coloro che si adoperano attivamente a vantaggio della collettività.

Alberto Barugolo

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Consultazioni nei circoli

Progressisti nei contenuti, riformisti nei metodi, radicali nei comportamenti.

Da alcuni decenni le trasformazioni sociali e culturali hanno modificato aspettative e ruoli di tutti noi, dai percorsi formativi alla ricerca di opportunità di gratificazioni  relazionali e professionali. Anche gli assetti famigliari, accanto a modelli tradizionali e stabili, attualmente presentano una varietà di forme diversificate di organizzazioni, soggette a processi di scomposizione e ricomposizione.

Sono d’accordo che per ridefinire l’identità del partito democratico occorre partire dalle persone e integrare in una prospettiva integrata le questioni proposte nei punti 3, 4, 6 e 7.

Ci vuole un patto tra generazioni, con recupero di tutte le risorse, all’insegna del riconoscimento del valore di ognuno, ma anche con modalità di scambio e collaborazione, a partire da modelli “adulti”. In un percorso di formazione alla cittadinanza e alla partecipazione il voto ai sedicenni può arricchire il confronto.

Sostenere la piena espressione delle risorse e delle competenze delle donne.

Lavorare per un investimento massiccio sulla formazione permanente, recuperando il prima possibile la dispersione di capacità e valorizzazione delle competenze, ricostituendo un patto fra scuole famiglie e sistemi di sostegno sociali.

Daniela Di Fabbio

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Nessuno si può salvare da solo

La crisi pandemica ci ha plasticamente dimostrato che nessun individuo, comunità, nazione si può salvare da sola. Solo uno sforzo coordinato e collettivo può garantire una sicurezza duratura e definitiva. Soltanto un mondo che collabora può trovare le regole per risolvere tutti quei problemi
che riguardano e riguarderanno prima o poi milioni di persone in ogni angolo del pianeta. I vari “prima” o “first” di qualsiasi realtà si sono rivelati insufficienti per affrontare in solitaria un emergenza globale.

Un mondo governato da norme concordate è il fondamento stesso della sicurezza, delle libertà e della prosperità.

Un ordine internazionale fondato su regole rende più sicuro anche il più piccolo stato, libero ogni cittadino e genera propensione all’investimento per le imprese.

I problemi globali, come per esempio la salvaguardia dell’ambiente, una nuova pandemia, le carestie e le guerre, con il migliaia di profughi che cercano un posto migliore in cui vivere, ci impongono sempre più una scelta multilaterale e la ricerca di principi e valori universali. Un partito
di respiro europeo, come da sempre è il PD, deve trovarsi pronto per tali scelte che, nel rispetto e nella salvaguardia delle differenze culturali tra i popoli (un possibile pretesto per rigurgiti nazionalisti), consentiranno di trovare regole comuni capaci di affrontare le problematiche in essere e quelle che verranno, salvando vite umane e promuovendo sviluppo e prosperità.

Alberto Barugolo

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Il partito della prossimità

Serve un maggior attaccamento tra il PD, i circoli sul territorio e i nostri eletti.

Infatti purtroppo la prassi è che per la campagna elettorale i candidati del territorio vengono e chiedono forte supporto ai circoli, presentando il programma della campagna elettorale definita insieme al partito e chiedendo consensi, mentre poi durante la legislatura raramente si riesce a fare il punto del programma.

Riterrei quindi importante, se si vuole ricostruire un rapporto con il territorio, avere nei momenti politicamente importanti almeno 2 o 3 volte per legislatura rapportarsi con la base degli iscritti e dei volontari che fanno attività per il partito. Iscritti e volontari che sono sempre stati la nostra forza.

Occorre anche pensare all’evoluzione della comunicazione, che è importantissima e da sviluppare soprattutto per coinvolgere la nuova generazione che in parte ci manca: prendendo ad esempio l’istruzione, se è vero che anche per i nuovi cittadini la didattica in presenza è più coinvolgente, facciamo tutti insieme una riflessione sul ruolo e sull’immagine che i circoli dovranno obbligatoriamente tornare ad avere come catalizzatori e centri di aggregazione.

Maurizio Casolari

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Un nuovo patto tra generazioni

un nuovo patto tra generazioni

Un patto generazionale credibile richiede un approccio di sistema e l’assunzione di impegni misurabili nel tempo.

La progettazione di un nuovo patto deve poggiare sulla consapevolezza della capacità finita e limitata delle risorse del pianeta terra a nostra disposizione: nessuno può chiamarsi fuori dal fare i conti con questo aspetto che impatterà sempre di più sulle generazioni future, Il Partito Democratico ne faccia il punto di forza nella formulazione degli indirizzi politici.

La solidarietà, il mutuo aiuto, le esperienze di servizio civile e di volontariato rappresentano il collante tra generazioni che contribuisce a far progredire il tessuto sociale: sono azioni fondamentali che vanno sostenute e favorite.

Fondamentale introdurre robuste politiche, in termini di risorse economiche, di riequilibrio tra categorie anagrafiche distanti tra loro:
diritto allo studio garantito a tutti, formazione continua, creazione di lavoro di qualità per contrastare instabilità, bassa remunerazione, contratti irregolari e favorire la sicurezza del lavoratore, conciliazione tempi di vita e di lavoro, cura delle fragilità, valorizzazione delle persone oltre il ruolo nel mondo produttivo, devono essere gli ambiti di sistema del patto tra generazioni.

Il rispetto dell’articolo 53 della Costituzione è a mio avviso un ottimo strumento per un patto generazionale equo.

Art 53
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Chiara Cervellati

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Digitale, Partito Democratico e Circoli

Piramide inversa del Louvre. Il digitale: trasversale a economia, società e politica. Logo del Partito Democratico Castenaso

Nel 2021 il digitale non è più e non deve essere più trasversale a economia, società e politica. Nel 2021 ne è già parte integrante, molecola essenziale della cellula della partecipazione e della cittadinanza attiva. La declinazione digitale deve infatti passare anche all’interno dei percorsi del Partito Democratico tramite tre concetti chiave: inclusione, trasparenza, partecipazione.

Inclusione intesa come abbattimento delle barriere architettoniche per favorire la piena accessibilità dei contenuti, inclusione intesa come abbattimento del muro del digital divide tra generazioni possibile solo tramite percorsi di digitalizzazione, alfabetizzazione informatica ed educazione digitale sostenibile rivolta a bambini, anziani e in generale a tutti i cittadini a rischio di analfabetismo funzionale.

Trasparenza come l’immagine della casa di vetro che dovrebbe essere un partito davvero democratico, fatta di contenuti aperti e copyleft, contenuti fruibili e trovabili facilmente, interessi personali e di lobby leciti ma allo stesso tempo bene identificabili da tutti i cittadini.

Partecipazione come l’insieme di tutte le azioni digitali atte a favorire la gestione e il coinvolgimento in rete attivo e concreto degli iscritti e di tutti i cittadini, tra cui la definizione delle infrastrutture tramite anche una regia nelle forniture di banda ultralarga per i circoli, di formazione e di offerte centralizzate per tutto il software utilizzato nei circoli PD, dal backoffice ai meeting, dalla comunicazione alle piattaforme in cloud.

Pensare che un post o peggio una reaction su un qualsiasi social media sia “Partecipazione” è il seme dell’idea di autoreferenziale e del populismo di destra. Partecipazione è condivisione, confronto, dialogo.

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In memoria delle vittime del Covid-19

Luigi Guernelli

Esattamente un anno fa le immagini drammatiche dei camion dell’esercito che trasportano le bare con le vittime da coronavirus dalla Città di Bergamo verso le altre Città.

Quell’immagine e quel momento di grande dolore e di fortissima solidarietà nazionale sono stati scelti per istituire la giornata nazionale in ricordo delle vittime della pandemia, che si celebrerà ogni 18 marzo a partire da oggi.

Il virus continua a colpire duro a distanza di un anno e sono troppe le persone che hanno visto perdere una persona cara e che hanno sofferto in prima persona, in tutta Italia come a Castenaso.
Rivolgendo a loro il nostro pensiero, non possiamo fare a meno di pensare a quanto ci manchi il nostro Luigi Guernelli.

Ciao Luigi!

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#01 – Nessuno si salva da solo: salute, scienza, cooperazione dopo l’anno più buio

“ […]dobbiamo come comunità  continuare a sostenere ogni azione volta a garantire l’obiettivo  prioritario della tutela della salute […. ] dobbiamo essere consapevoli della fragilità mostrata dallo stato anche  nel suo rapporto con le regioni.”

La pandemia  ha messo  in evidenza alcune criticità nei  rapporti fra scienza e  politica, tra stato e regioni,

Scienza e Politica:  la responsabilità delle scelte  che si fanno e che riguardano  tutti i cittadini,  sono scelte  politiche e alla politica  non è dato utilizzare dati scientifici  per fini di partito, di propaganda o per giustificare in modo improprio le scelte adottate. La scienza si deve limitare a dare  dati certi e sicuri e prospettare  possibili soluzioni e azioni  conseguenti .

Stato e Regioni:  la pandemia  ha evidenziato tutte le incongruenze figlie della modifica del titolo V  della costituzione  ed in particolare le competenze stato e regioni  che,  in  alcuni casi, ha trasformato due enti che dovrebbero  collaborare per il bene dei cittadini, in parti  fra loro contrapposte. Questa contrapposizione che nasce dalla  legislazione concorrente è da rivedere. La salvaguarda della salute del cittadino deve essere garantita indipendentemente dalla regione in cui risiede e dal suo governo regionale.

Mario Lavecchia

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Divari di Genere. Consultazione circoli

La parità uomo/donna e la promozione del ruolo femminile nel partito non mancano mai nei programmi, ma nella realtà le donne hanno nel PD un ruolo perfino minore di quello che ricoprono in partiti di centro-destra. Penso inoltre che le circa 150 donne vittime di femminicidio ogni anno siano un dato intollerabile, che non accenna a migliorare, malgrado esistano nuove leggi a tutela delle vittime di violenza. Occorre esaminare dove e perché si fermino le denunce nei confronti dei persecutori, prima che questi si trasformino in omicidi.

Manuela Amaroli